Quanto conta stare al passo con la società che cambia?

Il 5 dicembre 2022 Walt Disney avrebbe compiuto 121 anni. Universalmente riconosciuto come uno dei padri dell’animazione cinematografica, Disney fu anche creatore di un vero e proprio impero: la Walt Disney Company, una delle più grandi compagnie al mondo.

Tu hai mai sognato di intraprendere una carriera professionale in questo settore?

Quello dell’animazione è un fenomeno globale in continua espansione ed il suo mercato è estremamente competitivo: per poter lavorare, quindi, in questo settore occorre essere pronti su più fronti! 

Le società di animazione e produzione, infatti, sono alla ricerca delle più disparate caratteristiche per poter lavorare con e per loro: non parliamo solo di lauree, titoli di studio o corsi! 

Per poter lavorare in questo mondo ovviamente ci sono competenze tecniche che non possono assolutamente mancare: un animatore dovrà essere pronto a occuparsi di creare storyboard, generare nuove idee, incontrare i clienti per sviluppare con loro i progetti e gli obiettivi di animazione, disegnare schizzi e progetti in 2d, utilizzare i più diversi software per le più disparate funzioni… Eppure non è tutto! 

Le grandi industrie, infatti, sono alla ricerca di persone che siano collaborative, pazienti, creative, innovative e chi più ne ha più ne metta. 

Osservando quello che sta accadendo di recente nella nostra società e l’impatto che genera anche all’interno di una grande azienda come quella fondata da Walt Disney, quindi, non abbiamo potuto fare a meno di chiederci: ma quanto contano le soft skill per lavorare in un mondo come questo?

Di quali competenze parliamo

  • Pensiero laterale: è un modo di pensare che ha come obiettivo quello di vedere le cose in modo differente e generare nuove idee e soluzioni alternative ai problemi.
  • Intelligenza emotiva: consiste nella capacità di percepire, valutare, comprendere, utilizzare e gestire le emozioni.
  • Empatia: è la capacità di comprendere o sentire ciò che un’altra persona sta vivendo, cioè la capacità di “mettersi nei panni di un altro”.
  • Attenzione ai dettaglio: la precisione e la diligenza nel portare a termine un progetto o compito lavorativo sono competenze indispensabili per chi si occupa di controllare i risultati qualitativi del lavoro proprio e degli altri.
  • Problem solving: letteralmente ‘risoluzione di problemi’, ovvero la migliore risposta possibile a una determinata situazione critica.

Cosa succede quando il cinema incontra i cambiamenti sociali

Ad oggi, in un mondo che continua a mettere in discussione tutto ciò che è stato e si apre a tematiche sociali differenti, anche i media hanno dovuto cavalcare l’onda: in questi anni abbiamo visto come la Disney, per esempio, continui a proporre progetti che tengono conto anche delle minoranze e di una rappresentazione dei corpi diversa da quella che è sempre stata proposta in passato.

Qualche esempio:

  • Nel 2020 la Disney Pixar ha prodotto Soul, un intero film di animazione con un protagonista nero. 
  • All’inizio del 2022, nella serie animata Baymax, era presente un personaggio transgender. 
  • Recentemente sono usciti i trailer di Reflect e del remake de La Sirenetta, con due protagoniste rispettivamente plus size e di colore.

Il ruolo dei media assume una posizione fondamentale: rappresentare esperienze e situazioni diverse, infatti, favorisce l’accettazione dei vari tipi di corpi da parte della società e siamo convinti che la Disney fosse pronta a ricevere complimenti e critiche a causa delle sue scelte.

Ciò che è importante sottolineare è che le nuove generazioni – in particolare la GenZ e le seguenti – continuano a rivoluzionare tutto ciò che trovano.

Questo vuol dire che in qualche modo i giovani, ai quali temi come la rappresentazione dei corpi e il benessere stanno molto a cuore, influenzano i media e di conseguenza anche altre generazioni, creando spunti di riflessione, dibattiti e confronti.

Se oggi queste notizie fanno scalpore, noi ci auguriamo che grazie a questi nuovi approcci mediatici, i bambini di oggi e di domani avranno – probabilmente – meno pregiudizi rispetto al passato.